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Le Torri Costiere in Terra d’Otranto

da “Puglia tutto l’anno” aprile 2020

Nella seconda metà del XVI secolo fu realizzato a più riprese lungo le coste dell’Italia meridionale un complesso sistema di fortificazioni nell’intento di contrastare le incursioni piratesche. La difesa degli insediamenti costieri costituiva un problema di urgente attualità soprattutto nella penisola salentina, l’area più meridionale della Puglia, teatro dei tragici eventi legati all’assedio e presa di Otranto nel 1480, alla distruzione di Castro e Marittima nel 1537, all’incursione dal lido di Morciano sino al paese di Presicce nel 1544, al saccheggio di S. Pancrazio e allo sbarco di 22 galee nella Marina di Ugento nel 1547.

Allo scopo di contrastare il pericolo proveniente dal mare, il Vicerè don Pedro de Toledo emanò nel 1532 una ordinanza con la quale si obbligava i privati ad erigere torri per infittire la rete di quelle già esistenti, alcune delle quali erette negli stessi luoghi di più antiche torri romane, bizantine e angioine. Tuttavia l’ordine non fu eseguito per la mancanza di risorse economiche.

Torre Fiumicelli

Un nuovo impulso per la realizzazione della rete di torri costiere d’avvistamento venne dall’editto emesso nel 1563 dal vicerè don Pedro Afan o Parafan de Ribera, duca di Alcalà. I luoghi dove costruire le nuove torri furono stabiliti dagli ingegneri regi in modo da garantire che ciascuna torre fosse visibile alle due più vicine. Per questo le torri si trovano spesso posizionate in posizione dominante, sul ciglio di falesie come Torre Matrella, Torre dell’Orso, Torre Santo Stefano o in prossimità dell’orlo di ripidi versanti costieri come nel caso di tutte le piccole torri tronco-coniche presenti sulla costa tra Otranto e Leuca (per es. Torre Sant’ Emiliano, Torre Minervino, Torre Capo Lupo, Torre Sasso) e dell’imponente Torre S. Maria dell’Alto sulla costa ionica della penisola. Molte altre torri sono poste al centro di piccole punte costituite da piattaforme costiere poco elevate, ad una distanza dalla linea di riva variabile da 50 a 130 m. In alcuni casi la posizione della torre è condizionata dalla presenza di un alto morfologico, generalmente la sommità di un cordone dunare fossile come nel caso di Torre Sabea, Torre Mozza e Torre Teste di Gallico.

Torre Capo Lupo

La costruzione della maggior parte delle torri si concluse nel 1569. In Terra d’Otranto, però, nel 1592 non erano ancora terminate le torri appaltate una decina di anni prima. Nel 1594 si dovette ricorrere quindi ad una nuova tassazione per reperire i fondi necessari per il loro completamento che si concluse nel 1608.

Nel 1748 si contavano nel Regno di Napoli 379 torri costiere delle quali 131 in Puglia cosi distribuite: 25 in Capitanata (attuale Provincia di Foggia), 16 in Terra di Bari (attuali Province di Bari e Barletta-Andria-Trani) e 80 in Terra d’Otranto (attuali Province di Brindisi, Taranto, Lecce).

Le torri costiere possono essere suddivise nelle seguenti tipologie: a) torri troncopiramidali a base quadrata, di dimensioni piccole (lato interno inferiore a 5 m), medie (lato interno compreso tra 5 e 6.5 m) e grandi (lato interno superiore a 6.5 m); b) torri a pianta circolare di dimensioni piccole (diametro inferiore a 10 m), medie (diametro tra 10 e 16 m) e grandi (diametro maggiore di 16 m); c) torri a “cappello di prete”, di forma ottagonale.

La caratteristica comune a tutte le torri è la rudimentale semplicità che elimina quasi tutti i motivi decorativi. L’ingresso, salvo rare eccezioni, è posizionato sul lato verso terra ed è collocato più in alto rispetto alla base della costruzione per motivi difensivi. Nelle torri più piccole, peraltro le più numerose, l’interno è limitato a due ambienti sovrapposti. A piano terra era prevista la costruzione di una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana che vi giungeva dal terrazzo attraverso una canalizzazione ricavata nello spessore della muratura. La volta della cisterna sosteneva il vano abitabile della torre (normalmente uno solo) con ingresso sopraelevato cui si accedeva per mezzo di una scala di legno retraibile. Le scale esterne in muratura presenti oggi sono state costruite in epoche successive. Al terrazzo si accedeva per mezzo di una gradinata ricavata nello spessore della muratura, preferibilmente sul lato a monte, meno esposto alle offese provenienti dal mare. La porta di ingresso e le altre aperture erano difese da caditoie.

Torre Pali

Le torri erano presidiate da uomini di guardia che si dividevano in torrieri e cavallari. La carica di “torriere” veniva trasmessa da padre in figlio e comportava il controllo militare del piccolo distaccamento, l’amministrazione del vettovagliamento, delle munizioni e di tutto quanto era la dotazione della torre. I “cavallari”, invece, erano eletti pubblicamente da rappresentanti dell’amministrazione locale e con l’intervento del governatore del territorio in cui la torre era edificata; costoro restavano in carica tre anni ed erano suddivisi in ordinari e straordinari. Tutti erano agli ordini di un capo, il “sopracavallaro”. Gli uomini di guardia nelle torri costiere non sempre furono all’altezza del loro compito.

Il basso salario, spesso percepito in ritardo indusse spesso alla diserzione o addirittura al tradimento, che sfociò nella connivenza con i predoni o i contrabbandieri che trafficavano illecitamente lungo le coste del reame. Ad oggi sono state censite 81 torri in Terra d’Otranto (province di Brindisi, Lecce e Taranto), molte delle quali ridotte ormai allo stato di ruderi o quasi distrutte dai processi erosivi che costantemente aggrediscono la costa, ultime testimonianze della grande paura che veniva dal mare.

Simbolo di questo ineluttabile destino è Torre Fiumicelli, una piccola torre troncopiramidale ubicata sul litorale adriatico della Puglia meridionale, tra Otranto e Torre dell’Orso. I documenti storici riportano la torre ancora in costruzione nel 1596 e in una carta anonima del 1785 la torre viene già indicata come diruta. La torre venne costruita su di una bassa piattaforma costiera, poco rilevata sul livello del mare, che veniva a costituire una punta rocciosa. Verso l’interno era presente un’area paludosa in connessione con la linea di riva mediante un piccolo effluente (“il fiumicello”) che giustifica il nome della torre. Da questa posizione avanzata era possibile comunicare visivamente con le torri limitrofe presenti lungo il litorale, cioè Torre Sant’Andrea (distrutta e sostituita dall’omonimo faro) verso NNO e T.S. Stefano (oggi completamente diruta) a SSO. Negli ultimi due secoli, il graduale innalzamento del livello del mare, dovuto sia al progressivo scioglimento delle calotte glaciali sia a fenomeni di subsidenza della fascia costiera, ha determinato la sommersione della punta rocciosa e contemporaneamente la formazione di un’ampia spiaggia. Rapidamente al limite interno della spiaggia si è sviluppato un alto cordone dunare che ha prodotto il parziale seppellimento della torre tanto che essa non verrà più rappresentata nelle carte geografiche e risulta definitivamente perduta nei recenti cataloghi delle torri costiere della Puglia.

Lo stato delle cose è cambiato drasticamente negli ultimi decenni: i fenomeni erosivi in atto hanno determinato l’erosione del cordone dunare e hanno fatto riaffiorare la vecchia Torre Fiumicelli, esponendola mortalmente all’energia delle mareggiate.

di Paolo Sansò & Andrea Vitale


Andrea Vitale è geologo libero professionista. Ha collaborato in questi anni attivamente con il Dipartimento di Scienza dei Materiali e il Di.S.Te.B.a. dell’Università del Salento nell’ambito di ricerche sulla geomorfologia e la geologia del Salento. Inoltre ha svolto indagini morfometriche sul litorale del Salento leccese finalizzate alla quantificazione dei processi erosivi in atto. E’ coautore di numerosi articoli scientifici pubblicati su riviste nazionali e internazionali..

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