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lunedì, Maggio 13, 2024

9° edizione della rassegna di giornalismo “Io non l’ho interrotta”

A Lecce nel Chiostro degli Agostiniani la nona edizione della rassegna di giornalismo “Io non l’ho interrotta”

Dal 6 al 9 luglio, a Lecce,  la nona edizione della rassegna di giornalismo e comunicazione politica “Io non l’ho interrotta”.  Sarà il Chiostro degli Agostiniani a ospitare gli incontri  della manifestazione organizzata  dell’associazione “Diffondiamo idee di valore”, con il coordinamento di Pierpaolo Lala e Gabriella Morelli, in collaborazione con il Comune di Lecce, all’interno di “Agostiniani Libri”,  con il progetto “Titoli di viaggio – Itinerari di lettura ad alta voce”, sostenuto dalCepell – Centro per il libro e la lettura.

Io non l’ho interrotta – Chiostro Agostiniani . Lecce

Il programma

Giovedì 6 luglio:  alle 20 “Il paese dei ciucci”, comizi finali del laboratorio teatrale condotto dall’attore, autore e regista Riccardo Lanzarone. Alle 20:30 la giornalista d’inchiesta freelance Floriana Bulfon, dialogando con Gabriele De Giorgi, presenterà “Macro mafia: la nuova mafia internazionale che sta conquistando il mondo”(Bur Rizzoli). Alle 21:30 il fondatore di YouTrend, giornalista, esperto di opinione pubblica e comunicazione politica Lorenzo Pregliasco parlerà del suo nuovo libro “Il paese che siamo. L’Italia dalla prima Repubblica alla politica on demand” (Mondadori) con Marco Damilano,  ospite fisso della manifestazione.

Venerdì 7 luglio: alle 20  primo incontro con “Leader per forza. Storie di leadership che attraversano i deserti” di Antonio Funiciello (Rizzoli). Professionista con una lunga esperienza nel campo della comunicazione e delle relazioni esterne, già capo degli staff dei presidenti del Consiglio Mario Draghi e Paolo Gentiloni, si confronterà con il sindaco di Lecce Carlo Salvemini. A seguire un incontro con Stefano Bartezzaghi, scrittore, giornalista e semiologo, tra i più importanti studiosi di giochi di parole. Alle 22 il conduttore e autore radiofonico Giorgio Lauro torna a “Io non l’ho interrotta”, per festeggiare i quindici anni di “Un giorno da Pecora”, la trasmissione cult diRadio Rai 1, il talk show più irriverente della radio.

Marco Damilano

Sabato 8 luglio: la serata si aprirà alle 20 con “Il mondo sospeso. La guerra e l’egemonia americana in Europa” di Giuseppe Sarcina (Solferino). Il giornalista del Corriere della Sera, che nel libro racconta la crisi ucraina vista dallo Studio Ovale, anche attingendo dal suo lavoro da inviato a Kiev e nel Donbass tra il 2013 e il 2014, sarà intervistato da Liliana Faccioli Pintozzi, alla guida della redazione esteri di Sky Tg24. Alle 21, Chiara Albanese, corrispondente politica italiana e vice responsabile della redazione politica europea per l’agenzia stampa americana Bloomberg News  presenterà “That’s politica! Potere, istituzioni, burocrazia: come funzionano e perché cambiano la nostra vita” (Vallardi). In chiusura  la sociolinguista Vera Gheno parlerà del suo “Galateo della comunicazione” (Franco Cesati Editore).

Domenica 9 luglio: alle 20  “L’erosione. Come i sovranismi stanno spazzando via la democrazia in Europa” della giornalista Tonia Mastrobuoni, corrispondente da Berlino per “la Repubblica”, (Mondadori).  A seguire il comunicatore politico Dino Amenduni e il giornalista Pierpaolo Lala condurranno l’incontro “Astrologia politica” per riflettere insieme ad altri ospiti su cosa succederà nei prossimi 12 mesi in Puglia, in Italia, in Europa e nel mondo. Gran finale alle 22 con il regista e content creator Alessio Marzilli, laureato in regia alla UCA Farnham (UK) che attualmente lavora per il programma televisivo Propaganda Live.

Durante le quattro serate della rassegna, grazie alla collaborazione con l’associazione “Fermenti Lattici”, sarà allestita  la mostra per bambine e bambini (dai 6 anni) tratta da “Tre in tutto” di Davide Calì e Isabella Labate (Orecchio Acerbo edizioni), libro vincitore del Premio Orbil 2019 (sezione albi illustrati). Una storia fantastica. Una storia vera. La storia di circa settantamila bambini del sud Italia che, finiti il fascismo e la guerra, salirono sui “treni della felicità” per raggiungere, al nord, famiglie di contadini, operai, impiegati che li salvarono da un destino di fame, povertà, malattia.

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