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sabato, Luglio 27, 2024

La Giostra – di Stefano Giacomini

Il “Tempo”, ormai è indubbio, si sta rivelando come la più grande ricchezza umana.

Non esistono ricchezze materiali superiori se poi non hai il tempo per godertele, se non hai l’opportunità di fermarti e guardarle. E l’abbraccio di un genitore, l’entusiasmo di un figlio, il sorriso di un bambino? Si certo, bisognerebbe fermare il tempo per goderne all’infinito! Amare e farsi amare, per sempre.

E la salute? Senza salute, si dice, finisce tutto! Anche questa è legata al tempo: “Era stato bene sino ad ora, poi all’improvviso…” “La diagnosi precoce e l’immediato trattamento hanno fatto la differenza”. “Speriamo che passi tutto al più presto, per ritornare alla normalità”. “Per il suo intervento c’é una lunga lista d’attesa.” “Dottore… quanto tempo mi rimane?” Potremmo allora concludere che il “carpe diem” dei nostri antenati è valido oggi più che mai!

Certamente. Purtroppo la nostra tendenza, in generale, è quella di guardare al passato con nostalgia, con la serenità di averlo superato ed al futuro con speranza ma con il timore dell’ignoto, con quel pizzico di presunzione di prevederne gli eventi e comunque sempre con un incomprensibile atteggiamento di eternità.

Fin da bambino, uno dei miei sogni è sempre stato quello di possedere una macchina del tempo, oggetto dei desideri di grandi e piccini, strumento fantastico per conoscere meglio il passato, condizionare il presente, sbirciare nel futuro. 

Ho nostalgia del tempo in cui i miei figli erano piccoli, simpatici e coccolosi, in cui mio padre era vivo, e potevo chiacchierare a lungo con mia suocera.

La maturità ti insegna, prima o poi, a gestire il presente, a rispettarlo, a non averne paura, poiché diverrà il tuo passato e poco prima era il tuo futuro. Adesso, si, ora, è il tuo turno!

La giostra della vita è come la musica che l’accompagna: ciclica, affascinante, malinconica.

Lo scorrere del tempo segue realtà parallele, alcune di queste non si incontreranno mai, nel bene e nel male. Del resto cosa possono avere in comune i minuti, secondi, attimi di ansia di un bimbo che attende una puntura di ago e un ergastolano ammalato in carcere che vede scorrere gli anni con giornate interminabili? 

La percezione del tempo è come il dolore, è come l’amore: infinita, personale, impalpabile.

Il taxi arriverà a minuti, non ho fretta, soffia lo Scirocco a novembre nel Salento, attendo con il viso rivolto al sole, vorrei indugiare, meraviglioso, anche per poco. 

Scrivo questo articolo viaggiando in treno; sfrutto il tempo; intanto ascolto musica dal cellulare e rispondo a messaggi di pazienti; arriva il controllore…il codice per proseguire, come il biglietto della giostra; il treno accelera, un goccio d’acqua, SMS: papà mi manchi, torna presto!

Gestire il proprio tempo è gestire la propria vita; la memoria il nostro bagaglio, il ricordo cancellato la nostra difesa, l’oblio un attimo di fuga, ancora, basta! Riapri gli occhi, tieniti saldo, un giro di giostra ancora!

di Stefano Giacomini (chirurgo vertebrale)

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