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domenica, Aprile 28, 2024

Ritorno al passato! Riapre il Museo Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia

Il 19 ottobre scorso, dopo tre anni di chiusura per lavori di ristrutturazione, ha riaperto al pubblico il Museo Nazionale Jatta, scrigno di rara bellezza tra i musei della Direzione regionale musei Puglia (DRM) del Ministero della Cultura (MiC). La novità principale è un completo ritorno al passato! La macchina del tempo qui si è fermata alla metà del 1800, quando Giovanni Jatta junior inaugura il museo di famiglia nell’imponente palazzo di Piazza Bovio, a Ruvo, nelle modalità volute da Giovanni Jatta senior, Giulio Jatta e Giulia Viesti, rispettivamente zio paterno e genitori. Gli arredi e gli allestimenti ideati dagli storici fondatori per sistemare la raccolta di antichità, costituita tra Ruvo e Napoli dal 1821 al 1836, sono stati restaurati e ripristinati, compresi i bei divanetti in velluto rosso su cui oggi ci si può nuovamente sedere. Le vetrine moderne degli oggetti in bronzo nella seconda stanza, aggiunta discutibile dei primi anni duemila, sono state eliminate e destinate a una nuova area di pertinenza del Museo, sempre a Palazzo Jatta, non ancora visitabile. La raccolta epigrafica, stipata caoticamente nei vani delle finestre del museo, è stata spostata nei depositi in vista di un ulteriore nuovo allestimento, probabilmente nel cortile interno. Le piccole didascalie appoggiate ai vasi sui plinti, i più rappresentativi del museo, eliminate in attesa di un moderno sistema di QR code. Smantellato il vecchio impianto di illuminazione, quello dai binari neri impattanti, a vantaggio di un sistema di luci calde e soffuse a imitazione della luce naturale, in considerazione del fatto che originariamente non c’era che la luce del giorno ad accompagnare i visitatori. Gli ospiti però, all’epoca, erano molto pochi e potevano contare sulla guida sapiente degli Jatta e del catalogo di Giovanni Jatta junior,

Un momento dell’inaugurazione del Museo Jatta, nel “Grottone” a Ruvo, il 19 ottobre scorso.

edito nel 1869, appannaggio esclusivo di nobili e colti signori, ambasciatori e cultori della materia. La scelta purista del Ministero diventa, quindi, più inclusiva attraverso l’installazione, all’ingresso del museo, di un grande pannello multimediale con un docu-film che sintetizza le fasi di formazione della collezione e della nascita del Palazzo – museo. La novità più significativa è la presenza di un grande spazio per esposizioni temporanee e conferenze, il “Grottone”, nei locali sotterranei del palazzo, di proprietà degli ultimi eredi Jatta, dallo scorso anno in comodato d’uso decennale alla DRM Puglia. Qui, fino allo scorso settembre, hanno trovato casa i vasi più importanti della Collezione Jatta, in attesa che il museo fosse di nuovo fruibile, insieme a numerosi oggetti e ricordi di proprietà della famiglia nella mostra “Collezionauta. Capolavori attraverso il tempo”.

Rappresenta una prima assoluta l’inserimento di un biglietto di entrata (5 euro), in adeguamento a tutti gli altri musei ministeriali della Puglia, e la possibilità di noleggiare un’audio guida. 

Dettaglio della seconda stanza del Museo Jatta. Al posto delle moderne vetrine che racchiudevano gli oggetti in bronzo sono stati ripristinati gli antichi divanetti in velluto rosso.

La sera dell’inaugurazione, per molte ore, centinaia di persone hanno riempito il cortile interno del palazzo fin fuori all’ingresso, in fila ordinata, per rivedere quello che è indubbiamente il simbolo di una città, un tempo meta ambita dei più grandi collezionisti europei di antichità. Tutti volevano i famosi vasi di Ruvo con scene istoriate da mani sapienti, artisti dal “pennello finissimo”, come li chiamava Giovanni Jatta senior. Nonostante la diaspora di moltissimi vasi ritrovati a Ruvo, avvenuta nei primi quarant’anni dell’Ottocento, la collezione Jatta con i suoi quasi duemila reperti, di cui in massima parte vasi apuli e attici a figure rosse, ha il merito di aver conservato alcuni fra gli esemplari di vasi antichi più belli e più rari al mondo. Il cratere attico che raffigura il mito di Talos, le anfore panatenaiche con la variante del mito di Antigone rispetto alla versione sofoclea e con la scena di consegna delle armi ad Achille da parte delle Nereidi, gli eccezionali rythà con protomi zoomorfe, il cratere con il meraviglioso giardino delle Esperidi, sono solo alcune fra le meraviglie tornate al museo e alla comunità intera. 

In attesa del completamento delle sezioni espositive (bronzi e lapidi iscritte) e dell’installazione dei più moderni sistemi multimediali di fruizione, una visita alla nuova forma “antica” del Museo Jatta, lasciandosi ispirare dalle iconografie e dalle forme rare di vasi grandi e piccoli, è assolutamente imperdibile.

di Daniela Ventrelli

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