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mercoledì, Maggio 1, 2024

Sempre più diffuso il turismo su due ruote

Entrando a Tricase

L’esperienza dei ciclonauti salentini. Pedalando verso i confini della terra

Sono molti i modi di andare in bici. Il ciclista urbano organizza la sua uscita in funzione dei negozi e degli uffici da raggiungere, evitando accuratamente le principali e pericolose arterie stradali. Il ciclista sportivo basa la sua pedalata su parametri completamente diversi: distanza da percorrere, profilo altimetrico da affrontare, tempo necessario, velocità media da tenere e calorie bruciate. Molto diverso è l’approccio del ciclonauta: egli viaggia senza tempo e nessuna preoccupazione per la velocità, cerca stradine secondarie senza traffico, studia itinerari di interesse naturalistico e/o culturale. Ma soprattutto individua una meta affascinante da raggiungere come obiettivo fondamentale dell’uscita, una meta capace di ricompensare lo sforzo metabolico compiuto e il lungo lavoro di preparazione del viaggio.

Le querce del Bosco Belvedere

Per questo è stato quasi naturale che nel corso degli anni l’associazione Fiab Maglie IL CICLONE abbia più volte raggiunto una delle mete più attraenti ed evocative del Salento, il Santuario di Santa Maria di Leuca “de finibus terrae”, lì dove la terra finisce per lasciare il posto ad una vasta distesa di sfumature di blu proiettata verso la sponda meridionale del Mediterraneo. Al fascino indiscutibile esercitato dall’estremità meridionale della Puglia si associò l’idea promossa dagli amici della Associazione Italiana Vittime della Strada (sezione di Maglie) di un ciclopellegrinaggio da Maglie verso il Santuario di Leuca compiuto la prima domenica di settembre di ogni anno per commemorare le vittime della strada.


Serra del Cianci

Come sempre, anche questa impresa ciclonautica ha avuto bisogno di una accorta fase di preparazione per l’individuazione dei percorsi migliori da seguire, realizzata mediante l’analisi di carte topografiche a varia scala, per la ricerca dei siti più interessanti presenti sul territorio consultando guide turistiche, volumi monografici, ecc… Nel corso degli anni si sono imposti due percorsi principali che da Maglie raggiungono dopo circa 55 km il Santuario di Santa Maria di Leuca. Le caratteristiche comuni di questi percorsi sono quelle di svolgersi lungo tranquille stradine di campagna, prevalentemente asfaltate, spesso coincidenti con antichi assi viari, e di avere una lunghezza inferiore a 60 km in modo da potersi compiere senza particolare affanno nell’arco di una giornata.

Il primo percorso si dirige verso la costa orientale del Salento toccando i centri urbani di Botrugno, Poggiardo, Diso e Andrano. Un primo splendido assaggio della bellezza del locale paesaggio costiero si apre inaspettato davanti agli occhi del ciclonauta in località Torre Sasso. Da qui si rientra leggermente verso l’entroterra per raggiungere dapprima Tricase, poi Tiggiano, Corsano e quindi Gagliano del Capo. Un’ultima ripida discesa ci precipita verso lo spettacolare panorama che fa da cornice al Santuario di Santa Maria di Leuca.

Le Centopietre a Patù

La lunga lista dei luoghi interessanti da visitare toccati dal percorso comprende tra gli altri: il magnifico castello di Botrugno, il centro storico di Poggiardo, la cripta della Madonna della Grotta ad Ortelle, il castello e la chiesa dei Domenicani ad Andrano, i resti dell’Abbazia del Mito, la Chiesa dei Diavoli e il centro storico di Tricase, il Palazzo baronale e la Chiesa di Sant’Ippazio a Tiggiano, i centri storici di Corsano e Gagliano del Capo.

Il secondo percorso segue l’asse mediano della penisola salentina. Dopo aver attraversato l’area del Bosco Belvedere e raggiunto la chiesetta romanica di Sant’Eufemia (Specchia Preti), si giunge dopo 22 km e senza aver toccato nessun centro urbano a Lucugnano. Da qui ci si dirige verso Alessano, si scavalca la Serra dei Cianci e si attraversano i piccoli centri di Ruggiano, Patù e Castrignano del Capo. Il mare appare in tutta la sua magia solo a pochi giri di pedale da Leuca, rendendo ancora più entusiasmante la discesa che si concluderà proprio in corrispondenza di Punta Ristola, l’estremità meridionale della Puglia posta a 39.8° di latitudine nord.

Castello Giuliano

Anche questo percorso tocca numerosi punti di grande interesse naturale e culturale come le grandi querce e gli inghiottitoi carsici del Bosco Belvedere, la motta normanna di località Torricella, il Palazzo Comi e il castello di Lucugnano, il centro storico di Alessano, il Santuario di Santa Marina di Ruggiano, le Vore e gli ipogei della Leuca piccola a Barbarano, l’enigmatico monumento delle Centopietre e la romanica Chiesa di San Giovanni a Patù, la chiesa paleocristiana di San Pietro e il castello di Giuliano.

I percorsi individuati non sono segnalati né sono riportati su una cartografia di dettaglio, per cui risulta alquanto problematica la loro individuazione sul terreno anche se per alcuni tratti essi ricalcano cammini “istituzionali” come la Via Appia Traiana, la Via Francigena del Sud, il Cammino di Leuca e il Cammino del Salento. Per fortuna i moderni navigatori satellitari sollevano il ciclonauta dal gravoso compito di orientarsi nella trama labirintica della viabilità secondaria che innerva il Salento, fornendogli un “filo di Arianna” che gli permetterà di raggiungere con facilità e sicurezza la tanto agognata meta.

Ci sono tanti modi di raggiungere il Santuario di Santa Maria di Leuca e noi del Ciclone abbiamo scelto di farlo in bici per una serie quasi infinita di ragioni. Viaggiare in bici è divertente e alla portata di tutti, fa bene a noi stessi e all’ambiente che ci circonda. Inoltre, il piccolo sforzo metabolico impiegato viene subito ripagato dalle sensazioni amplificate di benessere che si ricevono facendo ad esempio la doccia calda alla fine della giornata, divorando con appetito la cena o ancora dormendo come angioletti dopo alcune ore passate in sella.

Viaggiare in bici non ha tempi morti in quanto l’attività principale è pedalare e spostarsi continuamente da un luogo all’altro e per questo ogni istante della giornata è vissuto con pienezza e senza i tipici momenti di inattività e noia che caratterizzano gli spostamenti con un mezzo motorizzato. Inoltre, il lento pedalare del ciclonauta permette di ammirare il paesaggio da una prospettiva totalmente diversa facendo apprezzare ogni particolare, dalla strada alle case, dalle piante circostanti agli animali, dai profumi e dai suoni dell’ambiente circostante. Viaggiare in bicicletta vuol dire anche affrontare e superare le difficoltà della strada come una salita impervia, un momento di fame o una pioggia improvvisa aumentando così la propria autostima. Infine, chiunque abbia viaggiato un minimo in bici sa bene che l’accoglienza riservata ai ciclonauti è spesso calorosa oltre ogni aspettativa. Viaggiare in bici è un modo rispettoso e gentile di esplorare il mondo ed evidentemente questo approccio è percepito anche dalle persone che vivono i luoghi attraversati e che spesso di fronte ad un cicloturista di passaggio offrono acqua, ristoro e sempre un semplice ma caloroso sorriso.Non c’è quindi da meravigliarsi se sempre più persone decidono di trascorrere le vacanze in bicicletta. Dai dati emersi dal Terzo rapporto nazionale sul Cicloturismo in Italia, realizzato da Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche) per l’Osservatorio sull’economia del turismo delle Camere di commercio e promosso in collaborazione con Legambiente, emerge che solo nel 2022 sono 31 milioni le presenze attribuibili ai cicloturisti in Italia, pari al 4% di quelle complessivamente registrate finora nel nostro Paese. Si tratta di un quadro ancora parziale, ma incoraggiante, soprattutto se tradotto in termini economici: l’indotto del fenomeno cicloturistico è infatti stimato, per il solo 2022, in circa 4 miliardi di euro.

Poco prima di arrivare a Leuca

Guardando con più attenzione alle caratteristiche del fenomeno, si registra in particolare un incremento dei cosiddetti cicloturisti “puri”, ovvero quei turisti che considerano la bicicletta una delle principali motivazioni di preferenza di una destinazione rispetto a un’altra: per quest’anno, tale numero ammonta a 8,5 milioni di presenze. Cresce vertiginosamente – ed è un sicuro effetto della pandemia – la domanda di un tipo di vacanza attiva, nel quale è previsto l’uso costante della bici per esplorare il territorio. Questa tendenza ha stimolato, peraltro, la ricerca di destinazioni turistiche meno note, di strade meno battute dal traffico e, più in generale, di esperienze più sostenibili, all’aria aperta e a contatto con la natura.

Il cicloturismo è trasversale e accomuna tutte le fasce d’età. La maggior parte dei cicloturisti ‘puri’ (il 41%) appartiene alla generazione dei Millennials, ovvero i nati compresi tra il 1981 e il 1996, mentre il 30% è rappresentato dalla Generazione X, quella dei nati tra il 1965 e il 1980. Quindi, oltre i due terzi si collocano nella fascia di età che va, complessivamente, dai 26 ai 57 anni. Percentuali inferiori si registrano tra i giovanissimi (il 10% appartiene alla Generazione Z, quella dei nati tra il 1997 e il 2012) e tra i più anziani (i baby boomers sono il 16%).

Leuca: Il faro e la colonna

Il viaggiatore in bicicletta è un cliente assai ricercato dalla industria turistica: è istruito (l’84% ha almeno il diploma), occupato (il 77%) e con una buona situazione economica. Per il viaggio, un cicloturista italiano spende in media 95 euro, mentre un cicloturista straniero, solitamente dotato di maggiori capacità di spesa, arriva a spenderne 215. Per l’alloggio, invece, l’italiano spende in media 48 euro al giorno, contro i 59 di chi proviene dall’estero. A ciò si aggiungono le spese accessorie: 70 euro per gli italiani, 68 per gli stranieri. Il cicloturismo vive una stagione particolarmente fiorente non solo grazie all’andamento della domanda, ma anche grazie alla capacità sempre più oculata dei territori di evolversi e offrire una serie di servizi. Insomma, il cicloturismo costituisce una valida opportunità per sviluppare una capillare offerta turistica di qualità nella nostra regione soprattutto nei periodi di bassa stagione, caratterizzati da note climatiche poco attraenti per i turisti balneari ma estremamente apprezzate dai ciclonauti. Una opportunità da cogliere al volo fino ai confini della terra.

di Paolo Sansò

Pubblicato il 13 dicembre 2022 alle ore 10:55

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