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martedì, Maggio 7, 2024

Paola Vergine

Da Milano nel Salento dove è diventata ben presto una figura nota nel mondo dell’arte. Paola Vergine ha dimostrato la sua precoce attitudine alla pittura già a sei anni, vincendo il suo primo concorso a Milano. Ha avuto in seguito numerosi riconoscimenti; lo scorso anno ha lasciato tutti a bocca aperta durante il prestigioso contest LUXEMBOURG ART PRIZE, tenutosi nella città da cui il premio prende il nome, al quale è stata richiamata come ospite. Una laurea in giurisprudenza, partecipazioni a mostre e a contest anche internazionali segnano il profilo di un’artista dalla personalità vivace, determinata, che ha fatto del colore dell’oro la cifra del suo successo.

Come è passata da una laurea in Giurisprudenza all’essere un’artista a tempo pieno? E soprattutto, una laurea in giurisprudenza cosa può dare ad un pittore?

Fortunatamente l’arte ha fatto parte della mia vita sin dall’infanzia. Mio padre è un maestro d’arte e mia madre mi ricorda come una bimba immersa completamente nei suoi disegni, tra matite e colori. Ad esempio, alle medie ho vinto un concorso bandito da Poste Italiane per l’ideazione di un francobollo. È stato un evento che mi ha spronato a proseguire per la mia strada. Durante l’università ho continuato a coltivare questa passione, esprimendo la mia creatività con opere totalmente differenti dal mio stile attuale.Secondo la mia esperienza, una laurea in Giurisprudenza può dare un metodo meticoloso e preciso.

Quanto tempo impiega per realizzare un’opera?

Dipende dalla struttura del dipinto. Alcune sono molto complesse, altre meno, ma la modalità è la stessa. Parto con uno schizzo fatto a matita, successivamente evidenzio le zone di luce e ombra esaminando l’ambiente circostante in cui voglio collocare la mia opera, poi inizio applicando la base e aggiungendo i dettagli. Il processo di realizzazione va per gradi, perché mi concentro su ogni pezzo, lo sviluppo e proseguo col successivo. Per quanto riguarda l’ultimazione dell’opera, si aspettano all’incirca 6/8 mesi perché il colore dev’essere ben asciutto e aderente alla tela, dopodiché si applica una velatura, o vernice, che rende il dipinto più vivido.

Come fa a ottenere effetti così favolosi, sperimenta di volta in volta o sa già l’effetto che vuole ottenere?

L’olio su tela è una tecnica di una certa difficoltà, chi è nel settore sa cosa intendo. Infatti, quando mi chiedono se uso pigmenti dorati, la mia risposta è no. Questo perché il risultato è un’opera completamente dorata, che ad un occhio inesperto può sembrare semplificato dall’utilizzo di un solo colore, aumentando o diminuendo la sua saturazione. In realtà, utilizzo una selezione di colori che insieme danno questo effetto. La mia tavolozza è composta da giallo, nero, marrone, super bianco, color seppia e miscugli tra questi pigmenti. Alcune sue opere ritraggono artisti dalla personalità prorompente, ma spesso troppo fragili e sensibili.

Come mai questa scelta? A quali di questi è particolarmente affezionata?

Artisti come Dalì, Frida oppure opere come il Balloon Dog di Koons, hanno dato vita a un filone artistico che si è protratto fino a noi e il mondo dell’arte è ancora fortemente influenzato da queste personalità. Il mio compito è quello di omaggiarli e rendere la loro espressione artistica accessibile a tutti.

Crede che i social facciano bene o male al mondo dell’arte? Cioè vedere una gran quantità di immagini ogni giorno, abbassa o alza lo standard e la capacità di lettura? Rischia di omologare l’arte a causa delle preferenze del pubblico?

Pubblicare la propria opera sui social è come applicare un filtro senza l’utilizzo di vernice e pennelli. Quello che voglio dire è che la risoluzione che acquisisce l’immagine è distorta da come si presenta nella realtà. A seconda dell’inquadratura, la luce può sembrare più o meno chiara, i colori possono sembrare più spenti o addirittura accentuati. I social sono un’arma a doppio taglio, perché passa per artista anche chi artista non è, e si crea molta confusione. Durante i duri mesi del 2020, ha avuto difficoltà nel reperire i materiali?

Sì, la pandemia ha messo in ginocchio il mondo dell’arte e tuttora ne paghiamo le conseguenze.

Progetti futuri?

Sicuramente sono in trepidante attesa di partecipare a nuove mostre e contest, ma è tutto top secret. Posso soltanto svelarvi che non mancheranno le occasioni per celebrare l’oro in tutta la sua bellezza, con un dress code ad hoc e grandi tele che renderanno omaggio a soggetti e temi che mi stanno a cuore.

A cura di Rebecca Rizzo

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