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martedì, Aprile 23, 2024

Agricoltura condivisa, l’esperienza dell’Orto Family di Taranto



Oggi in Puglia l’agricoltura dà più lavoro di Ilva e Fiat. Sono infatti 352mila le aziende agricole che fanno della Puglia la seconda regione agricola d’Italia. Tra i 112.890 occupati nel settore agricolo un posto d’onore merita il giovane tarantino Antonluca Antonante con la sua Orto Family.


È una storia di resilienza e di creatività sul modello agricolo sostenibile che si fonda sulla convinzione che la terra è anzitutto un bene comune e che le pratiche con le quali viene lavorata devono rispondere  sì a logiche economiche, ma anche, e soprattutto, sociali.

Partiamo dai versi di una canzone di Francesco De Gregori “La storia siamo noi. Siamo noi questo piatto di grano” per raccontare lo spirito dell’impresa agricola “Orto Family”,  il primo modello in Puglia di “shared agricolture” ossia di agricoltura condivisa ed ecosostenibile che si pone l’obiettivo di rivalutare i terreni abbandonati, coltivarli e godere dei prodotti che la natura offre.  L’idea al giovane Antonluca  nasce nel 2018 nonostante la famiglia non fosse del campo (madre insegnante e padre ingegnere) e nonostante lui, ragazzo nato e cresciuto nella città, sapesse poco e nulla di lavoro nei campi. Ancora studente universitario,  rimase colpito da un documentario televisivo sull’agricoltura di scambio e collaborazione, così maturò l’idea di fare della sostenibilità e della condivisione le parole chiave della sua pratica agricola secondo i principi  di chi il contadino in Puglia lo ha fatto per millenni nel rispetto del territorio e delle persone. Così contro la monocultura dell’industria pesante e l’onta dell’inquinamento da PBC e diossina, Antonluca Antonante, alla giovane età di  25 anni, inizia la vita di “agricoltore di prima generazione” e investe sul territorio promuovendo prodotti sani, ne condivide i benefici,  mentre i suoi coetanei si trasferiscono altrove alla ricerca di un futuro migliore, e la città di Taranto è in preda alla crisi della grande industria.

L’ILVA di Taranto

Quanto vale un’esperienza del genere? Orto Family è un progetto di lavoro e di vita che costa certamente sacrificio ma  allo stesso tempo è appagante anche per tutti gli sforzi che comporta. Da qui la decisione di dare ai propri clienti la possibilità non solo di raccogliere i prodotti di stagione direttamente dalla pianta, ma anche di coltivare un pezzo di terra sui suoi 8000 metri quadrati, divisi in ben 60 lotti, al bivio San Donato, fra Talsano e Leporano. Niente a che vedere con l’agricoltura intensiva tradizionale. In media ogni anno vengono presi in affitto dai cinquanta ai settanta lotti di terreno nel periodo tra giugno e ottobre e non c’è il rischio del sold out poiché la disponibilità dei lotti è notevole. Alle famiglie si chiede solo l‘impegno della pulizia del terreno mediante zappettatura (almeno una volta la settimana) che di solito si risolve in un divertente e rilassante passatempo all’aria aperta con gli adulti che curano il proprio orto e i bambini che si divertono, mettendo le mani nella terra e riscoprendo il vero sapore della natura. Al termine, c’è la piacevole incombenza della periodica raccolta dei frutti freschi di stagione a km0 da portare e gustare a casa.

Alla cura particolare delle coltivazioni ci pensa Antonluca, che armato di volontà, grinta e di una zappa, passa sui campi anche delle intere giornate. All’inizio dell’anno prepara e concima il terreno; in primavera mette a dimora le piante in ogni appezzamento in parti uguali per varietà e quantità; cosi da portarle a un equilibro naturale che a lungo andare regala stabilità e permette di sfruttare al massimo il terreno, irriga due volte la settimana ed il risultato è sempre allettante: piselli, patate, fagiolini, barbabietola, pagnottelle, asparagi, cetrioli, peperoni, melanzane, pomodori, rape, cipolle, zucchine, bietola, basilico, prezzemolo, frutta. “Orto Family” ha un punto vendita dei prodotti ortofrutticoli tipici e delle farine di alta qualità che rimandano a pratiche e sapori del passato, con prezzi competitivi per una clientela variegata che, durante la bella stagione, è fatta soprattutto da turisti d’ogni paese che passano l’estate al mare lungo il litorale ionico-salentino.

Chissà che un giorno Orto Family non possa diventare il punto di riferimento degli agro-viaggiatori che giungono da lontano in Puglia per dare una mano nelle campagne e vivere un’ esperienza di condivisione.

L’aspetto più importante del progetto è la dimensione educativa, formativa e culturale legata alla cura del territorio, alla sua conoscenza e valorizzazione, partendo dai fruitori più giovani.“Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, gente che sa fare il pane, che ama gli alberi e riconosce il vento” ha scritto il poeta Franco Arminio. Si guarda al futuro attingendo ai valori della terra guardando alle nuove generazioni. Orto Family. prima della pandemia è stata meta di scolaresche che imparano i segreti del mestiere del contadino, osservano come nascono e crescono le piante, riscoprono le potenzialità e la bellezza del lavoro sui campi nel solco della tradizione. «L’obiettivo è quello di ingrandire i nostri terreni per creare più lavoro e per offrire alla gente ancora più servizi – conclude Antonluca Antonante – a volte lavoro 15 ore al giorno, ma a fine giornata sono felice. Adoro il mio lavoro ed è la cosa più importante».

Francesco Paolo Pizzileo

Possibile, quindi, la transizione verso una “nuova agricoltura” più sostenibile, condivisibile e resiliente. Torniamo con i piedi per terra e torniamoci con l’agricoltura, soprattutto quella fatta in contesti socialmente utili che ci arricchisce doppiamente con l’obiettivo di stimolare nelle persone una riflessione sugli attuali stili di vita degli abitanti delle città e permettere loro di recuperare un contatto vitale con la natura secondo i ritmi e le stagioni della terra.

di Francesco Paolo Pizzileo

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