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giovedì, Maggio 2, 2024

La lentezza in fotografia

Tante sono le modalità dell’andar a foto, le foto scattate in un lampo, situazioni catturate in un secondo, l’attimo in cui qualcosa ci passa davanti o una situazione di cose e persone che avvistiamo all’improvviso e il nostro click è istantaneo, fulmineo, a catturare l’emozione.

Naturalmente qui sono a parlarvi della mia esperienza di fotografo paesaggista, di scogliere, di mare, vento e cieli impegnati da nuvole che a volte stazionano sopra torri e paesaggi, scenari in cui la “lentezza” ci permette di cogliere tutti i cambi di luce, di nuvole che scorrono veloci, di mare ora calmo, ora all’improvviso mosso, scomposto, agitato…

Se si vuol cogliere davvero l’essenza di un luogo lungo la costa, se si vuole intimamente scoprirne i segreti, le sfumature, i colori, non si può far altro che usare “lentezza”.

La “lentezza” che si ottiene dal non aver fretta, dall’aver tempo a disposizione per osservare ogni piccolo cambiamento nel cielo, nelle nuvole che ora si addensano e dopo poco si disperdono, dando vita a ritagli che sembrano trame di dipinti.

Ed è straordinario come una torre costiera, sempre la stessa, una scogliera, un mare conosciuto e frequentato possano offrire di sé , in ogni minuto che passa, una situazione di luce e colore diversa, stessi elementi per un racconto, una scenografia complessa a comporre un’opera in cui gli elementi raccontano il meglio di sé stessi.

Oggetti immobili e fissi che vestono di luce e colori sempre diversi nello scorrere dei minuti e delle ore: è così che si riesce a cogliere e immortalare in fotografia la magnificenza del creato in tutte le sue peculiarità e sfumature.

È il mio modo preferito di intendere e “fare” fotografia, la “lentezza” come elemento per scoprire l’anima delle cose, dei luoghi e degli elementi e raccontarla a chi si trova davanti alle mie fotografie.

di Alfonso Zuccalà

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