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giovedì, Maggio 2, 2024

Anna Rita Carati

Dirigente Istituto Comprensivo “Rina Durante” di Melendugno e Borgagne.

1. Quali consigli si sente di dare ai ragazzi che ritornano a scuola?

Innanzitutto di godere del piacere di stare insieme ai com- pagni e ai professori senza il filtro dello schermo, di torna- re a vivere insieme le mille esperienze che la scuola offre, perché la scuola è vita ed emozioni. Poi direi loro di stare vicini ma con precauzione. L’esperienza della pandemia ci ha insegnato come basta poco per cambiare il corso della nostra vita e dei nostri progetti pertanto è opportuno rispet- tare quelle poche ma indispensabili regole di igiene che ci consentono di riprendere il nostro viaggio verso un futuro migliore.

2. Quali sono le precauzioni che le famiglie devono prendere e che i ragazzi devono mantenere, per evitare nuove ondate pandemiche?

Sicuramente fare il vaccino: è la prima precauzione che tutti coloro che hanno compiuto 12 anni dovrebbero adottare. In ogni caso, oltre al vaccino è opportuno che tutti siano molto attenti a curare igiene, ad usare le mascherine quando si è in ambienti chiusi e, soprattutto, quando si è in presenza di persone non conosciute. Inoltre è opportuno restare in casa se si è raffreddati, o almeno mantenere sempre la mascherina. Anche le abitudini tanto care a noi gente del sud, come abbracciarci, baciarci e stringerci calorosamente le mani vanno evitate se non si ha la certezza che chi ci è accanto sia sano. Ma queste abitudini dovrebbero essere rispettate a prescindere dal Covid, per ridurre il contagio anche da infezioni meno dannose e più consuete.

3. La vaccinazione anticovid porta all’ottenimento del green pass, obbligatorio per il personale scolastico, presidi, docenti, impiegati, collaboratori. Ma nessuno è esonerato dal seguire le precauzioni: le mascherine sono obbligatorie per tutti, dai 6 anni in su e nelle palestre dove si può stare senza è obbligatorio mantenere 2 metri di distanza. Come si sta organizzando l’istituzione scolastica a riguardo? E qual è il risultato che si sta ottenendo in merito?

Tutte le istituzioni scolastiche sono ormai pronte ad adottare i protocolli di sicurezza dettati dal CTS: tutte le scuole sono dotate di mascherine che saranno indossate da tutto il per- sonale nei luoghi chiusi; in tutte le aule è posto, a disposizione di alunni e docenti, il gel disinfettante per le mani e quello per le superfici; i banchi sono tutti singoli per garantire adeguato distanziamento e porte e finestre resteranno aperte il più possibile. Inoltre, la mia scuola si sta dotando di comode panchine, che i ragazzi potranno abbellire, per svolgere attività outdoor il più a lungo possibile. Infine stiamo acquistando per tutte le aule adeguata strumentazione digitale per consentire, anche agli studenti costretti in casa da possibili quarantene, di poter seguire le attività didattiche. Mi sento di affermare con sicurezza che queste precauzioni funzionano. Lo scorso anno presso il mio istituto molti alunni hanno contratto il covid, ma nessuno si è infettato a scuola o ha trasmesso l’infezione ad altri nel perimetro scolastico. Certo mi rendo conto che nelle secondarie di secondo grado, dove gli studenti sono costretti a prendere l’autobus, il rischio è maggiore. Tuttavia sembrerebbe che nella nostra Regione gli studenti stiano aderendo in modo massiccio alla vaccinazione e, quindi, prevedo che non ci saranno situazioni di contagio diffuso.

4. Quali consigli si sente di dare al personale docente? Quali precauzioni avete preso e quali saranno le indicazioni che verranno consegnate ai docenti?

I docenti hanno frequentato tutti un corso di formazione su come affrontare l’emergenza sanitaria. Sicuramente, pur se oltre il 90% di loro è vaccinato, è opportuno che non ab- bassino mai la guardia, anche perché il nostro istituto è frequentato per l’80% da bambini di età inferiore ai 12 anni che, quindi, non possono partecipare alla campagna vaccinale. Occorre garantire il rispetto di tutte le norme, anche perché necessario tutelare la salute di tutta la comunità. Infatti, se è vero che nei bambini i sintomi sono lievi, nelle nostre città i piccoli vivono spesso anche con i nonni che, pur vaccinati, rimangono sempre soggetti fragili e a rischio.

5. Quali sono le lacune o perlomeno gli aspetti critici evidenziati con questa pandemia nell’ambito scolastico che si potrebbero cambiare, correggere o migliorare?

Una delle criticità che la pandemia ha messo in evidenza è stata soprattutto l’arretratezza strutturale e digitale dei nostri istituti. Svolgere la dad per tutti gli alunni da scuola era pres- socché impossibile e ciò ha costretto a lasciare i docenti a casa a scapito dei più deboli che venivano a scuola ma con orario ridotto e soprattutto non potevano frequentare insieme ai compagni. Un’altra criticità messa a nudo dalla pandemia è rappresentata dalle inadeguate competenze digitali degli insegnanti, soprattutto nelle scuole primarie e dell’infanzia. Fortunatamente le risorse messe a disposizione dal Governo e dalle Amministrazioni comunali e la buona volontà dei docenti hanno permesso, in poco tempo, di migliorare la situazione.
Sicuramente un punto di forza emerso è stato la volontà dei docenti di mettersi in gioco, di non abbandonare i propri alunni. In questi due anni paradossalmente la scuola, pur se a distanza, è stata più che mai vicina ai propri ragazzi. Abbiamo vissuto un tempo liquido e sospeso, non è esistito un vero e proprio orario scolastico nel senso che alunni e docenti e dirigente e famiglie abbiamo vissuto continuamente connessi. I problemi di ognuno divenivano quelli di tutti e insieme si sono cercate soluzioni originali ed efficaci. Sicuramente la pandemia ha rinvigorito il patto formativo e soprattutto educativo tra scuola e famiglie.

6. Cosa si aspetta dai prossimi mesi di ripresa?

Il mio auspicio è che si possa finalmente ritornare a sentire quotidianamente il vociare degli alunni nelle classi. Chi, come me, è stato negli edifici scolastici durante la pandemia, ha compreso il vero significato dell’ossimoro: un silenzio assordante. La scuola è il luogo delle parole, delle voci, delle risate, della gioia. Attraversare quei corridoi e non sentire nulla, se non il rintocco dei propri passi, rendeva quel silenzio insopportabile e assolutamente innaturale.
Siamo tutti consapevoli che ci aspettano tempi duri e che riabituarsi alla vita quotidiana sarà difficile, ma l’essere umano è dotato di una qualità, la resilienza, che lo rende incline ad adattarsi presto alle nuove situazioni, i bambini più degli adulti. Pertanto sono certa che ben presto sapremo adattarci a tutto ciò che la pandemia ci ha imposto e che mascherine, distanziamento, cura dell’igiene continueranno a far parte della nostra vita, ma non ci impediranno di vivere, di socializzare, di imparare a comprendere l’altro dal sorriso dello sguardo e di ricercare la nostra felicità.

a cura di Gioia Catamo

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