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sabato, Aprile 20, 2024

 I numeri non bastano per conoscere il mondo

I flussi turistici estivi nei luoghi di cultura

Iniziamo dalla nuova definizione di museo che l’ICOM – International Council of Museums (organizzazione internazionale fondata nel 1946 che rappresenta i musei e i suoi professionisti) ha approvato durante la 26esima Assemblea Generale Straordinaria svoltasi a fine agosto a Praga: «Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che effettua ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze».

Il dibattito sul ruolo dei musei nelle società contemporanee ha superato da tempo l’idea che il giudizio sull’impatto dei musei possa essere ricondotto al solo dato sullo sbigliettamento. Sono molti i modi attraverso cui i pubblici si avvicinano al museo e, in particolare per i piccoli musei di comunità, quello che passa dal mero acquisto del biglietto è sempre più residuale.

Come ha sottolineato Laishun An, Vice-Presidente di ICOM, i musei locali sono la forza trainante delle società. Lavorano sull’inclusione e la generatività.  Sono il riflesso delle loro comunità. Conservano il patrimonio materiale e immateriale e nello stesso tempo lo comunicano, fanno ricerca, sviluppano nuova conoscenza e interazione sociale. In quanto tali, diventano una fonte di innovazione culturale e registrano i cambiamenti sociali.

Una trasformazione che non riguarda soltanto i musei locali. Pensiamo all’esperienza della Human Foundation del MAXXI, pensata proprio per esaltare il ruolo del museo come innovatore sociale attraverso il sostegno a progetti di formazione nel campo della rigenerazione urbana, sociale e ambientale.

Se c’è un elemento che accomuna i musei a livello globale, pur nella consapevolezza delle mille differenze, è la responsabilità verso la comunità di riferimento e verso il mondo. Molti musei sia singolarmente che attraverso la costruzione di network hanno preso posizione sul tema della sostenibilità e svolgono una importante azione divulgativa e di sensibilizzazione sugli obiettivi dell’agenda 2030.

I servizi didattici di molti musei sono diventati i migliori alleati della scuola nella lotta alla povertà educativa e all’analfabetismo funzionale.

La domanda è che cosa ha a che fare tutto questo con l’idea che i musei debbano essere il puntello dell’attrattività turistica del territorio? La risposta è niente; non ha niente a che fare. Perché la domanda poggia su una visione consumistica e totalmente asservita al mercato sia del turismo che del museo, su una visione ancillare della cultura rispetto allo sviluppo locale e all’economia del territorio.

Il museo è chiamato a svolgere il suo ruolo di lievito della società a prescindere dalle preoccupazioni sugli effetti immediati sul turismo e sull’economia locale.

I dati dell’estate appena trascorsa ci dicono che il Museo Castromediano ha raddoppiato le presenze rispetto al 2021, tornando sostanzialmente ai livelli prepandemia. Ma una volta che abbiamo registrato con soddisfazione questo dato, in realtà non avremo capito nulla delle dinamiche sociali, culturali ed economiche che stanno dietro quei numeri se non partiamo dalla natura della proposta culturale del museo di cui le collezioni permanenti rappresentano una parte se non marginale, sicuramente limitata rispetto alla enorme quantità di iniziative ed attività che il Museo promuove con il coinvolgimento dell’associazionismo culturale e sociale della città.

Tutto ciò, senza prendere in considerazione i circa 100.000 cittadini che hanno varcato la soglia del museo per vaccinarsi. Se come dice la nuova definizione di ICOM, il museo è un’istituzione al servizio della società, è proprio quello che ha fatto il Castromediano nel momento in cui, davanti all’imperversare della pandemia, ha deciso di proporsi come hub di vaccinazione considerando che tale scelta era assolutamente coerente con il ruolo che i musei sono chiamati a rivestire nella società.

Un ruolo delicato e complesso, un ruolo di mediazione sensibile tra le differenti e a volte contrapposte spinte che emergono dalla società, un ruolo che non può essere misurato quantitativamente attraverso i biglietti staccati ma che va esplorato con la sensibilità e curiosità con cui si esplora l’universo alla ricerca di nuovi segnali di vita. Perché in definitiva, come sostiene lo scrittore Giuseppe Montesano, questo è il compito della cultura, davanti ai disastri del presente: rispondere alla incessante domanda dell’umanità di una “vita nuova” di un mondo nuovo. Un mondo in cui il turismo e la cultura non sono due “prodotti” ma un unico modo di vivere e conoscere questo straordinario pianeta chiamato terra.

di Luigi De Luca

Pubblicato il 27 settembre 2022 ore 14:223

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