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L’incantevole Bosco delle Pianelle

Area naturale protetta e oasi incontaminata di Martina Franca

Tra l’infinità dei paesaggi mozzafiato che offre la Puglia, vale la pena di visitare la Riserva Naturale Regionale Orientata “Bosco delle Pianelle” di Martina Franca.

Questa splendida riserva, istituita dalla Regione Puglia nel dicembre del 2002, conserva il più ampio complesso boschivo della Murgia di Sud Est, tra i territori di Martina Franca, Crispiano e Massafra, in provincia di Taranto.

È un’area naturale protetta attraversata da 21 percorsi e 15 chilometri di sentieri, con pannelli didascalici in legno, facilmente percorribili a piedi o con le bici, un’oasi naturale incontaminata con un’immensa distesa di lecci secolari i cui rami si abbracciano tra loro formando una grande chioma sotto cui trovano riparo infinite specie animali e floreali.

La prima sosta del visitatore è all’area picnic costituita da tavoli e panche in legno, barbecue in muratura, parcheggio, servizi igienici, parco giochi per bambini, sentieri immersi nella pineta e altri servizi offerti dal Centro Visite della Riserva. Una foresteria inoltre offre la possibilità di pernotto per turisti e viandanti.

Si parte a piedi dal parcheggio auto per prendere confidenza con il bosco e per addentrarsi negli anfratti ombrosi muniti della carta dei sentieri e di una guida sulla riserva naturale.

Il bosco delle Pianelle, o delle Chianelle, come documenti antichi riportano, si presenta ricco di cavità che costituiscono parte integrante di un paesaggio carsico dove si possono riconoscere grotte, caverne, inghiottitoi, capoventi e voragini.

Uno scorcio della Riserva

Sicuramente suggestivo è trovarsi sull’orlo del maestoso inghiottitoio della Grave della ‘Nzirra: ampia e spettacolare voragine carsica verticale profonda più di 23 metri e dalla bocca ampia 8 metri per 7, dalla quale si possono vedere concrezioni lunghe più di 10 metri.

Il Bosco delle Pianelle vanta, per il fenomeno dell’incursione termica che avviene sul fondo delle gravine, una biodiversità vegetale molto interessante. Lungo il percorso si incontrano diverse specie botaniche spontanee tipiche della macchia mediterranea come il biancospino, il terebinto, il corbezzolo, la peonia, il carpino nero, la carpinella, il lentisco, il pero selvatico, il mirto, il ginepro.

Degne di nota sono le trenta specie di orchidea selvatica e il fiore del gigaro, simbolo botanico della Puglia, nonché la sontuosa quercia secolare “albero del Capitano”, al centro del Bosco, punto di riferimento cardine per chi fa sport. Da questo punto, imboccando un sentiero, il bosco inizia a diradare e si arriva nelle campagne tra Mottola, Noci e Martina Franca dove trulli e masserie d’inestimabile valore storico e paesaggistico punteggiano il paesaggio di questo affascinante territorio con le loro secolari e sane tradizioni agricolo-pastorali e casearie che si conservano tutt’oggi e si tramandano di generazione in generazione.

Riprendendo il sentiero tra lecci e fragni – una specie di quercia in Italia presente solo sulle Murge – il bosco si fa più fitto e selvaggio. Qui si possono udire i versi dei volatili che popolano il bosco e notare i segni che gli animali lasciano al loro passaggio.

La fauna delle Pianelle include lepri, ghiri, poiane, gheppi, sparvieri, allocchi, upupa, picchio rosso, volpe, donnola, tasso, puzzola, cinghiale, istrice e molte altre specie di animali selvatici; incontrarli è un evento raro e prezioso riservato a pochi fortunati e pazienti osservatori.

La riserva è inoltre popolata da varie specie di farfalle. Non è raro imbattersi nel volo grazioso della farfalla più grande a volo diurno del Bosco delle Pianelle la Linfa del Corbezzolo, che si può vedere volteggiare intorno agli alberi di fico o di corbezzolo e alle angurie di cui è ghiotta. Per fare conoscere il mondo delle farfalle alle famiglie e ai bambini, l’ente gestore del Bosco organizza passeggiate fotografiche e allestisce il Museo delle Farfalle. Forte di un passato prestigioso, il bosco oggi gode di onori e protezione. Un’occasione imperdibile per conoscere la storia del Bosco delle Pianelle è quella di recarsi nella vicina città di Martina Franca a visitare, presso il settecentesco Palazzo Ducale, il Museo del Parco delle Pianelle.

Realizzato nel 1999 grazie ad un progetto del Comune in collaborazione con il CNR, il Museo custodisce testimonianze del ricco e prezioso patrimonio ambientale e culturale del territorio martinese che trova la sua massima espressione nel grande polmone verde del Parco naturale delle Pianelle. Qui si può scoprire che fogge, abbeveratoi, carbonaie, calcinaie, muri a secco, neviere, trulli incontrati lungo i sentieri della Riserva sono la testimonianza del legame millenario dell’uomo col bosco.

Esteso per 600 ettari nel territorio di Martina Franca, il Bosco fu, oltre 100 milioni di anni fa, un fondale marino che, affiorando dopo la regressione delle acque, originò una vasta piattaforma calcarea. Fu cosi che, per la forza dei torrenti che oggi non esistono più, si crearono la Gravina del Vuolo e la Gravina delle Pianelle.

Tali solchi naturali furono utilizzati lungo i secoli come vie di comunicazione pastorali tra le Murge e la piana che dirada verso il Mare Jonio. Il più importante fu il Tratturo Martinese, la più meridionale delle vie di transumanza appenniniche. La Gravina del Vuolo presenta cavità carsiche che furono dimora per l’uomo preistorico, nei suoi anfratti furono ritrovate testimonianze di resti faunistici appartenenti a specie estinte e di tribù umane risalenti all’Età Neolitica e dei Metalli. La stessa incisione carsica del Vuolo è famosa per la Grotta del Sergente Romano, una cavità carsica che si sviluppa per 50 metri e sorge nella parte bassa di una parete rocciosa a strapiombo, che, alla fine del 1800, dopo l’Unità d’Italia, fu il rifugio di un famoso capobrigante.

Il bosco delle Pianelle è indissolubilmente legato alla storia di Martina Franca; la sua nascita, intesa come comunità organizzata, risale al 15 gennaio 1317.

Le prime cronache che citano le Pianelle, risalgono infatti al XIV secolo, quando erano Terre Universali concesse ad uso civico agli abitanti del casale Martina dal Principato di Taranto sotto la corona degli Angioini. Il bosco divenne oggetto di una accesa disputa storica tra le popolazioni di Massafra e di Martina Franca a causa dell’enorme valore che aveva per il sostentamento delle stesse. Qui si poteva pascere senza pagare il dazio e si poteva tagliare legno di qualità ambito dai veneziani per la costruzione delle loro imbarcazioni.

Oggi il bosco è meta di turisti, sportivi, amanti delle passeggiate e della natura. Ogni tanto capita anche a me di tornare nel bosco delle Pianelle, lasciare la pianura e la città, inquinate di polveri e pensieri, imboccare un sentiero e camminare per ore. A volte accompagno il mio gruppo di cammino per ascoltare in piacevole compagnia i suoni della foresta, respirare gli aromi della natura e farci avvolgere dalla piacevole sensazione di pace e tranquillità. Comunque sia, da qualsiasi parte arriviate, da soli o in gruppo, da vicino oppure da lontano, la Riserva Naturale Regionale Orientata “Bosco delle Pianelle” di Martina Franca vi ammalierà per il suo fascino, la sua storia e i mille modi per godersi la sua bellezza.

di Francesco Paolo Pizzileo

Pubblicato il 14 settembre 2022 ore 15:44

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