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giovedì, Aprile 18, 2024

Arianna Greco, la sommelier dell’arte

Arianna Greco


Quando il vino suscita emozioni su tela

Il vino può produrre emozioni attraverso curve, occhi vivi, morbidi corpi sensuali adagiati su una tela. Sfumature che danno morbidezza e calore attraverso i tratti tracciati dall’artista salentina Arianna Greco, la sommelier dell’arte.

Gli artisti si evolvono nel loro percorso fatto di scoperta interiore e studio di materiali come è avvenuto per Arianna Greco. In poco tempo una serie di mostre personali, riconoscimenti, eventi ed incarichi prestigiosi: Ambasciatrice del Museo di Pulcinella nel Mondo, Premio Diomede 2015, Cavaliere del Millennio per la Pace, Premio Internazionale di Benemerita del Turismo Culturale oltre ad incarichi prestigiosi come la realizzazione delle immagini ufficiali sia per “Incontro de vinhos” in Brasile, e da sei anni di quella del Salone dei Vini e dei Distillati russi a Sochi, sul Mar Nero. Una lista corposa di riconoscimenti porta Arianna Greco a diventare una valida rappresentante delle espressioni creative del nostro Paese all’Estero.


Arianna, l’amore per il Salento si vede anche nei suoi dipinti, le emozioni che si hanno degustando certi vini sono le stesse che si hanno guardando i suoi quadri. Mi coinvolgono allo stesso modo, mi abbracciano e mi trasportano all’interno del dipinto. Quanto sono legati il territorio e l’infinito che lei trasmette con il suo quadro?

«Un legame inscindibile! Il Salento è calore, convivialità, bellezza, tradizione, così come lo è una bottiglia di Primitivo o di qualunque altro vino prodotto in Puglia, corposo e avvolgente come la gente che ci abita. E allora, essendo vissuta qui, non potevo non trasmettere questo su tela: calore. Interpretato a mio modo perché per me il tutto si traduce in rosse pennellate cariche dei profumi del vino che vanno a delineare corpi di donna. Raramente donne scheletriche, ma sono donne con morbide curve, con lineamenti sensuali che rendono propriamente l’idea della femminilità. E quale miglior colore se non quello inebriante del vino per fare ciò?».

Quando ha capito l’infinito che c’è dietro un vino e il desiderio di estrarlo su una tela?

«Questa voglia m’è esplosa dentro ormai dieci anni fa quando studiavo odontoiatria e protesi dentaria a Bari, ma avevo il pallino del disegno, del figurativo e la voglia che non fosse un’opera banale quella eventualmente realizzata. Piuttosto preferivo non dipingere. Non comprendevo come potesse un Artista limitarsi a raffigurare con tecnica classica una banale natura morta o un semplice paesaggio. Io avevo bisogno di opere “vive” e da lì l’idea del vino! Il vino, infatti, è materiorganica, cambia nel tempo, evolve, si ossida e per questo l’ho scelto. È stato subito amore».

Mi ridai la vita Negroamaro su tela cm 70×100

Qual è stato il primo vino che ha dato il via a questo viaggio artistico e con quale quadro?

«Il primo vino è stato un Primitivo di Manduria e la prima opera raffigurava una donna presa di profilo, intenta ad osservare un calice. Questo primo quadro non solo è la copertina di un libro di F. Biolchini “L’amore è come un bicchiere di vino rosso”, ma è vola- to in Svezia ben custodito da un collezionista d’Arte.

Quale vino le regala le sfumature più belle?

«Credo che le sfumature migliori siano regalate proprio dal Primitivo. Sia che si tratti del celeberrimo Primitivo di Manduria, sia che si tratti del Falerno (Primitivo prodotto nella zona di Mondragone), le sfumature di questo vitigno sono particolarmente affascinanti. Partono da un rosso vermiglio per virare verso un viola acceso, passando anche attraverso il grigio, per poi diventare bordeaux scuro. Ed hanno una resa, nel tempo, ottimale. Amo anche il colore scarico del Barolo, lo trovo adeguato per realizzare tele dai colori più tenui».

Per voce sola Montepulciano dʼAbruzzo su tela cm 70×100

Il corpo femminile è presente in quasi tutte le sue opere: quale caratteristica all’origine di questa scelta?

«Il corpo femminile è una costante. Forse perché ho sempre avuto problemi di sovrappeso nella mia vita e allora ho sempre osservato il corpo femminile perfetto come una sorta di chimera per me, osservandone le proporzioni e l’eventuale giusta taglia. Col tempo ho compreso che la bellezza non è sinonimo di magrezza, ma che una donna sicura di sé, seppur con un fisico non perfetto, è molto più affascinante di una bella ragazza priva di carattere.

Per questo motivo le mie donne su tela hanno pose decise, espressioni profonde, spesso malinconiche. La donna è sempre bella, qualunque sia la posizione assunta. Alle volte in meditazione ascetica, altre con una mise bondage, altre in atteggiamento riflessivo. Ma sempre Donne e sempre d’impatto».

Dove possiamo ammirare le sue opere?

«Dal vivo le mie opere si trovano a Porto Cesareo (Le), oltre a diverse esposizioni in musei sparsi per il mondo, ma la mia casa resta la Puglia

È lì che potete trovare me, i miei pennelli e tanto buon vino».

What do you want? Montepulciano dʼAbruzzo su tela cm 70×100

Progetti importanti?

«Oltre al progetto realizzato del film documentario a me dedicato “Vino su tela”, regia di Agnese Correra, proiettato presso gli Istituti Italiani di Cultura attraverso il circuito della Farnesina, mi stanno a cuore le fiere internazionali. Per me è sempre un onore volare in Russia o in Brasile dove hanno scelto proprio me per firmare le immagini ufficiali dei loro eventi internazionali dedicati al vino. Sogno nel cassetto, invece, è riuscire a realizzare un’etichetta, dopo le tante per varie aziende, per un mio vino. Magari un Primitivo di Manduria per rendere omaggio al primo vitigno che mi ha accompagnato nel mio viaggio enoico.

Alzo il calice a lei, alla sua arte e al suo futuro…Salute!

di Maria Rita Pio

Pubblicato il 17 ottobre 2022 alle ore 13:21

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